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Unascabile. Sempre più in alto

Unascabile. Sempre più in alto

| il 30, set 2013

Sempre più in alto.

Vale per chi scala e raggiunge la vetta. Ma soprattutto per chi lotta contro le … salite di ogni giorno. E le supera con la forza dentro. «L’avanzare inesorabile della mia malattia richiede una reazione che deve nascere dentro, nel profondo, e reggere quotidianamente». Meno male che Luca Galimberti, uno dei testimonial di UNASCAbile (www.unascabile.it), il progetto volto alla formazione culturale e tecnico-amministrativa per promuovere l’autonomia nella mobilità delle persone con disabilità, il fuoco ce l’ha. E lo alimenta (anche) tra allenamenti e imprese. Dalla canoa al nuoto, fino all’arrampicata sportiva: il suo palmares è fornito di titoli tricolori. Medaglie per la vita. L’ultima in quota, e che quota: la vetta di Punta Giordani, sognando il rifugio più alto d’Europa: Capanna Margherita. Dove ha portato anche la targa di UNASCAbile.

Partenza da Gressoney Saint Jean verso Staffal e, attraverso la funivia, in direzione Punta Indren. Dalla stazione di Punta Indren, quindi, in salita sul ghiacciaio dell’Indren verso Punta Giordani. Il Monte Rosa l’ha preso per le corna e l’ha domato come fa sempre quando afferra e doma l’Adrenoleucodistrofia e il Morbo di Addison. Il testimonial per la regione Emilia Romagna, è affetto da due rare malattie genetiche. Ma la grande forza di volontà gli ha permesso di salire, assieme a una squadra di amici, con lo sci di fondo paralimpico. «E’ la Squadra di Oltre lo Sport” (www.oltrelosport.com): un team di atleti e sportivi che hanno in comune – spiega Luca – la grande volontà di innalzare la bandiera più importante: la vita. Credere in forti ideali ci ha spinto verso il primo di una serie d’iniziative volte a far emergere il ruolo dello sport nella vita reale con uno sguardo particolare rivolto a coloro i quali hanno situazioni difficili da contrastare nel quotidiano».

Le fasi cruciali

L’attività sportiva è il motore salvavita, la determinazione e la tenacia gli ingranaggi per farlo funzionare. Com’è accaduto per la scalata verso Punta Giordani: «Con l’avvicinarsi alla parte più ripida dell’itinerario, gli accompagnatori predisponevano alcune coppie di corde fisse ancorate al ghiacciaio con dei “fittoni” da neve con cui, usando delle maniglie autobloccanti alpinistiche “Jumar”, con cui Luca si è aiutato nella progressione». Ma ogni 100 metri finiva la lunghezza delle corde: «Lo slittino veniva quindi bloccato e venivano traslate le maniglie sulle corde successive, così via fino alla meta».

In team

Un’impresa coronata e un sogno avverato in team con Martha Beuchod, Maestro di sci di fondo, Franco Bieler, olimpionico di sci, Renzo Squinobal, guida alpina, Felice Nicolino, Guida Alpina e il soccorso alpino Fiamme Gialle. Raggiunta la vetta, oltre alla bandiera della vita Luca ha innalzato anche la targa di UNASCAbile. E ora? Il prossimo traguardo sarà Punta Gniffeti. Non c’erano dubbi: sempre a caccia di nuovi traguardi.

Alberto Francescut

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