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Inail, su strada il 58% degli incidenti sul lavoro

Inail, su strada il 58% degli incidenti sul lavoro

| il 29, ott 2019

Si guida per lavoro e si rischia sulla strada. A ricordarlo, il convegno voluto e organizzato dall’Organismo Paritetico Provinciale della Provincia di Varese in collaborazione con l’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal titolo “I rischi nei percorsi casa-lavoro, il ruolo del fattore umano e opportunità di prevenzione” che si è tenuto il 25 ottobre alla Camera di Commercio di Varese.

L’intento era di promuovere una riflessione sui rischi connessi agli spostamenti del traffico e alla guida dei veicoli durante l’attività lavorativa con particolare attenzione al fenomeno dell’incidentalità in itinere, nell’arco della giornata si sono susseguiti gli interventi dei principali soggetti coinvolti nel processo di analisi, gestione e riduzione dei comportamenti dei conducenti che possono portare alla determinazione degli incidenti stradali. L’obiettivo, quindi, è quello di porre l’attenzione al fenomeno e alle sue cause, focalizzandosi sul ruolo del fattore umano nell’incidentalità, sulla percezione del rischio e le possibilità di prevenzione, formazione e intervento per contrastare un fenomeno in progressivo aumento.

L’inizio dei lavori è stato caratterizzato dalla descrizione della portata dell’evento, ponendo l’attenzione sul notevole incremento del fenomeno dell’incidentalità in itinere in Italia. Nel 2018 in Italia più della metà delle morti sul lavoro avviene su strada. Delle 704 morti sul lavoro accertate dall’Inail, purtroppo 412, cioè il 58,5 per cento, hanno visto il coinvolgimento di un mezzo di trasporto. Dall’Inail alle Forze dell’ordine, passando per la Sanità e la ricerca, è stato fatto il punto sulla richiesta di intervento dal mondo del lavoro, ovvero sulla necessità di formazione adeguata atta a prevenire e ad attenuare gli attuali rischi dei conducenti di veicoli a motore.

Nella seconda parte dell’incontro è stato analizzato lo scenario internazionale dell’incidentalità stradale, ponendo l’accento sul ruolo sempre maggiore della tecnologia nei veicoli e di come sia necessario formare i conducenti contemporanei sul corretto utilizzo dei veicoli ad elevata automazione.

«Gli istruttori di guida continueranno ad esistere per ancora molto tempo. Ci sarà bisogno di un aggiornamento complessivo degli utenti della strada, partendo dai professionisti della formazione alla guida che dovranno dimostrare di essere all’altezza delle attuali sfide – commenta Picardi, rappresentante di UNASCA ed EFA -. Purtroppo la maggior parte delle persone si reca nelle autoscuole per prendere la patente e spesso non intende acquisire e approfondire una formazione alla guida consapevole. Ben vengano queste opportunità di rinsaldare oltremodo il già stretto rapporto tra formazione e impresa, passando anche dal mondo delle autoscuole che è pronto a dare il proprio contributo all’incremento della consapevolezza dei rischi associati alla guida».

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