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Cima

Immatricolazioni, nuovo tonfo del mercato dell’auto a -33% in aprile

Immatricolazioni, nuovo tonfo del mercato dell’auto a -33% in aprile

| il 03, mag 2022

Mercato dell’auto ancora in caduta. In aprile il crollo delle immatricolazioni ha sfondato la soglia, anche psicologica, delle 100.000 unità. Per l’esattezza le immatricolazioni sono state 97.339 con un calo del 32,98% su aprile 2021 e del 44,4% sull’ultimo mese di aprile ante-pandemia, cioè su aprile 2019. Disastroso anche il bilancio del primo quadrimestre. Le immatricolazioni sono state 435.647 con un crollo del 26,5% sul primo quadrimestre 2021 e del 38,9% sullo stesso periodo del 2019. Proiettando il risultato dei primi quattro mesi del 2022 sull’intero anno si ottiene una previsione di 1.117.044 unità, un livello da anni ’60 del secolo scorso.

Pandemia, crollo del Pil nel 2020, recupero solo parziale nel 2021 e crisi dei microchip nel 2021 sono gli elementi negativi individuati dal Centro Studi Promotor come cause di questo crollo. Nel 2022 la situazione è in parte migliorata grazie alla politica di incentivi alla rottamazione e di sostegno alle aziende, ma poi sono comparsi nuovi ostacoli per il settore dell’automotive: il riaffacciarsi dell’inflazione, la minaccia di una nuova stagflazione, e poi la guerra in Ucraina che condiziona anche la fornitura di componenti importanti per la produzione delle automobili. Anche l’ultimo lockdown in Cina potrebbe ritardare il ritorno alla normalità per la produzione di microchip nella seconda metà di quest’anno.

«L’operatività degli incentivi è ancora in sospeso. Il DPCM automotive firmato lo scorso 6 aprile attende tuttora di entrare in vigore, e in una situazione in cui il mercato è sostanzialmente fermo, con una perdita di circa 156.800 pezzi rispetto al primo quadrimestre 2021, non riusciamo a capitalizzare le già basse intenzioni di acquisto della clientela che visita i nostri saloni: è a rischio la tenuta dei nostri bilanci e la sopravvivenza stessa delle nostre imprese», è il commento di Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.

«Gli incentivi pluriennali, varati secondo un approccio non ideologico, rappresentano un segnale importante nella graduale svolta verso le tecnologie a zero o ridottissimo impatto ambientale, tuttavia resta l’amaro in bocca per l’abbassamento delle soglie di prezzo massimo degli autoveicoli incentivabili e soprattutto per l’esclusione delle aziende dal godimento dei contributi statali, in quanto proprio le imprese sono capaci di promuovere il rinnovo del vetusto parco circolante italiano e dunque accelerare la transizione ecologica sostenibile e spingere sull’ampliamento delle infrastrutture di ricarica elettrica a maggiore potenza sulle strade a scorrimento veloce», conclude De Stefani.

(Foto: Unsplash)

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